IL PROBLEMA DELLE IMPOSTE


Maximilene de Robespierre
Jhon Adams 
3 GIUGNO 1770
Fino ad oggi, i coloni sono abituati a pagare soltanto le imposte locali.
 Il governo inglese vuole estendere alle colonie una tassa del bollo, già in vigore nella madrepatria, per la quale ogni uso della carta, nei giornali, nei documenti commerciali, negli atti legali, eccetera, era sottoposto a un tributo, che veniva pagato mediante l'apposizione di un bollo (questo documento prende il nome di "Stamp Act"). Però gli inglesi usano il fatto che fosse in vigore in madrepatria per farla pagare.
Poiché il consenso dei contribuenti nella determinazione delle imposte è uno dei cardini tradizionali della libertà inglese fin dai tempi della Magna Carta i coloni si rifiutano di ottemperare alla legge e posano l'alternativa o di poter inviare i propri rappresentanti in Parlamento, o di essere esonerati da ogni tassa non approvata dai loro rappresentanti, secondo il famoso principio “No taxations without representation” che era diventato uno slogan del partito wigh. Dal momento che «La libertà consiste nell'obbedire alle leggi che ci sono date e la servitù nell'essere costretti a sottomettersi ad una volontà estranea» come dice Robespierre, e «Nulla denota uno schiavo se non la dipendenza dalla volontà di un altro» Algernon Sydney, essere sottoposti a leggi che non si è contribuito a formare equivale per i coloni alla schiavitù; i coloni sentono cioè di essere trattati dall'Inghilterra come schiavi («miserabilmente oppressi come i nostri neri», per George Washington, «Non vogliamo essere i loro negri!» John Adams.
Di fronte alla protesta dei coloni, la legge sul bollo viene abbrogata ma sostituita con una serie di imposte indirette su alcune merci (carta, vernici, piombo, tè), che le colonie importano dall'Inghilterra. La portata economica di questi provvedimenti è molto limitata, ma con essi il Parlamento intende porre una questione di principio, facendo valere concretamente il suo diritto di tassare tutti i sudditi dell'impero. I coloni non accettano l'impostazione del Parlamento, la questione di principio rimane irrisolta e le imposte indirette sono tutte abolite, salvo quella sul tè.

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George Washington

Algernon Sidney